Ambaradan è una manifestazione tra arte e non-arte, dedicata ai mescolatori delle arti e dei sensi, curata dalla Loft Arte di Valdagno per la direzione di Luciano Lora che si svolge a Velo d’Astico presso la Villa Valmarana, dove Antonio Fogazzaro ha scritto e ambientato il romanzo Daniele Cortis, e alla quale partecipeno artisti e non artisti, operatori professionali e non, presenti e attivi nel numero di una quarantina con opere d’arte di alta collezione o di selezionata promozione, nonché con oggetti e soggetti multidisciplinari, in un forte richiamo a Duchamp, ma anche in trasgressione della stessa tradizione duchampiana dei ready-made.
“…Oltre a una eletta partecipazione di grandi collezionisti d’arte, e ad una selezione promozionale ma rigorosamente vigilata di artisti attivi in ambito regionale veneto, ci preme segnalare la partecipazione singolare e spettacolare di un designer vicentino di collaudata qualità come Paolo Donadello, la cui presenza si concretizzerà in una installazione tra design e arte, tra oggettività della struttura e soggettività della funzione si tratta di un impianto per la messinscena di un cibo di intima e estesa tradizione locale, che propone in chiave di performance la degustazione di una pietanza come polenta e sopressa, sulla quale l’azione di design cerca di colpire la doppia estetica della visione e della gola.
Donadello applica la sua creatività disciplinare allo sviluppo della messa in vista o meglio della messinscena visionaria dell’oggetto del desiderio, perché, come ha scritto Roland Barthes, l’appetito ha qualcosa in comune col sogno, è al tempo stesso memoria e allucinazione, per questo, d’altronde, sarebbe più giusto dire che è imparentato con la visione”. Non è nemmeno per caso che, come designer della luce, egli lavori alla sovraesposizione di quell’indizio del piacere che è il lucore, e cioè il sapore goloso della luce, d’altra parte un maestro della gourmandise come Brillat-Savarin ha sempre raccomandato accanto alla presentazione della tavola, la sua rappresentazione.”
Prof. Salvatore Fazia
Galleria Loft Arte Club 2008